Cenni storici

I primordi dell'agopuntura sono da far risalire addirittura al Neolitico. Già allora si iniziano ad individuare punti con possibili funzioni terapeutiche, definiti xué. Successivamente viene formulata l'ipotesi che questi punti xué siano tra loro collegati in una rete energetico-funzionale. Le varie parti di questa rete, quelli che noi chiamiamo meridiani, vengono definiti in Cina Jing luò. Queste sono le vie preferenziali attraverso le quali scorrono “l'energia e il sangue” e che permettono la comunicazione delle varie parti del corpo tra loro (l'interno con l'esterno, l'alto con il basso, la destra con la sinistra, il davanti con il dietro) e del corpo stesso con l'universo. Infatti, nella Cina antica, si passò rapidamente dall'utilizzo degli xué per scopi sintomatici ad una visione molto più complessa che teneva conto delle relazioni energetiche tra macrocosmo (l'universo) e microcosmo (l'uomo) dando molta importanza anche al simbolismo numerico. Il numero cinque, in particolare, rappresenta l'alternanza ciclica di ogni fenomeno che, partendo da un centro, si dirige poi nelle quattro direzioni. Il cinque fa riferimento alla Teoria dei Cinque Elementi che permea tutto il primo grande libro di Agopuntura giunto fino a noi, databile tra il terzo e il quinto secolo a.C.

Accenni in Occidente a questo sistema di cure li si trovano dopo la spedizione di Marco Polo in Cina e nel 1600 grazie ad un missionario italiano, Matteo Ricci. La diffusione della tecnica agopunturistica in Europa in epoche vicine a noi, però, si deve ad un francese, Soulier de Morant che intorno al 1930 inizia a diffondere in Francia questa disciplina.

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